Relazione di chiusura progetto

Novembre 2006 – Relazione di chiusura progetto – Relazione di apertura processo presentata alla riunione del Gruppo Africa, Cattolica, 26-11-2006  di Marco Rocco

Del progetto Congo vorrei parlare partendo da quello che c’è là oggi, da ciò che vedreste voi se andaste là oggi.

Partendo da lontano: dr. Mundama, medico, dirigente del Ministero della Salute del nord KIWU: ha creduto nel progetto dall’inizio; ha esaminato e consegnato i diplomi agli allievi infermieri dentali e odontotecnici nell’agosto 2005. Ora chiede che:

  • Si aiuti nella didattica per il secondo gruppo di allievi
  • I volontari relazionino direttamente a lui dopo ogni missione sul lavoro del laboratorio e dell’ambulatorio e sul livello di preparazione e di aggiornamento dei nuovi allievi e degli operatori già diplomati.

In Congo (un paese in grande trasformazione democratica) quest’anno è stato fatto un censimento degli operatori sanitari (è stato rilasciato un tesserino) per autorizzare all’esercizio della professione.

Anche gli infermieri dentali e gli odontotecnici diplomati nel nostro progetto sono stati censiti e autorizzati dal ministero a svolgere una mansione sanitaria pubblica in tutto lo stato del Congo.

L’assemblea generale: 30 persone circa, di ogni età che hanno lavorato alla costruzione e si preoccupano della manutenzione dell’ambulatorio e del laboratorio: è la base del governo del progetto, mentre il comitato è l’organo ristretto.

Il comitato della scuola: (Kasereka, Matzoro, Kaindo, Turi, Brigitta, Ephrem, Pecos, Gilbert, Maria.) cura la gestione della scuola (ambulatorio e laboratorio), la scelta dei nuovi allievi, listino prezzi, stipendi; ha potere decisionale sulla politica sanitaria della struttura, sulle spese e valuta il bilancio.

Gli utenti: arrivano dal villaggio e dai dintorni a piedi, in bicicletta, in moto e qualcuno in auto con fiducia nella professionalità degli operatori, e consapevoli che i prezzi sono abbordabili.

I ragazzi diplomati l’anno scorso: MwaminiBeatriceEsperanceTiziana, Beatrice (dettaKimbulu), NarciseMatsoroKavira (Makoma), KahindoFasilaBartolomeoNyavingi. Oggi sono veramente bravi: merito dei maestri che hanno avuto (in primis Laura Cometti e Sergio e poi tutti gli altri che si sono succeduti), ma anche del loro impegno a capire, ad attuare e a migliorare le tecniche apprese.

Lodevole l’armonia che c’è nell’equipe, e la consapevolezza di aver ben acquisito un’arte e di aver la disponibilità di trasmetterla ai nuovi allievi. Il nuovo parroco e il curato credono nella prevenzione e permettono agli infermieri dentali di organizzare assemblee con centinaia di persone cui insegnano l’igiene orale. Con molta attenzione la gente segue l’insegnamento e interviene con domande pertinenti! Il preside di una scuola elementare manda una scolaresca  per settimana all’ambulatorio, per ricevere istruzione sull’igiene orale.

E veniamo alla struttura: dotata di ambulatorio con due poltrone, laboratorio perfettamente arredato e dotato di tutto, magazzino materiali, locali tecnici.

Attività svolte:

  • Informazione all’igiene
  • Pulizia del tartaro
  • Piccole otturazioni
  • Avulsioni dentarie con anestesia
  • Laboratorio: protesi totali
  • Protesi parziali in resina

Muhanga (a 120 Km da Lukanga, 10-14 ore di viaggio ) ci sono già un laboratorio e un ambulatorio dentistico nei locali del dispensario. Ci sono le attrezzature che però devono essere ancora istallate. Anche qui nuovi allievi vengono già istruiti dai diplomati che a turno di 1 mese si trasferiscono qui da Lukanga per insegnare agli allievi. Perciò il primo progetto si può dire brillantemente concluso, ma già ne è partito un altro sullo stesso cliché.

Per continuare il nuovo progetto didattico (ma sarebbe più corretto non definirlo riduttivamente progetto, ma meglio “processo didattico e di crescita”) occorre:

  • Un tecnico che vada a Muhanga x istallare i riuniti e la nuova attrezzatura.
  • Mettere a punto i programmi di insegnamento scrivendo i testi in italiano e poi tradurli in francese e in swaili (lingua locale).
  • Trovare testi in francese con buona iconografia, un cranio con mandibola.
  • Organizzare un team di insegnanti italiani e locali per insegnare a infermieri e odontotecnici e periodi di didattica, distribuendo i programmi.
  • Contattare e coinvolgere gli insegnanti del primo corso per conoscere tempi e difficoltà dell’apprendimento.
  • Mettere a punto sistemi di valutazione e come comunicare l’andamento del corso al dr. Mundama.
  • Decidere sui protocolli operativi e sulla didattica e di come accordarsi con i volontari in missione.
  • Sostenere l’immagine e la capacità professionale degli (ex)allievi per limitare il fenomeno della diminuzione di lavoro in assenza dei volontari italiani.

Rileggendo questo programma mI viene da sorridere sull’efficientismo tipico di noi occidentali. In Congo, questo nostro modo di organizzarsi da noi molto apprezzato,  cozza con la mentalità locale e non la spunta….Dobbiamo prepararci ad adattarci alla mentalità diversa, disponendoci ad apprezzare ciò che è diverso. In una scuola valida gli allievi non si devono adattare ai ritmi degli insegnanti, ma i docenti si adattano ai ritmi dell’apprendimento

Al primo corso di Lukanga qualcuno degli allievi era quasi analfabeta. Con la pazienza dei compagni e dei maestri tutti sono arrivati al diploma inteso non come pezzo di carta, ma come capacità professionale e soprattutto umana: la corsa al successo non consiste nell’arrivare primi, ma nell’arrivare tutti insieme.

Questa è la grande lezione dell’Africa.