Dal nordest al Burundi. Due dentiste e un tuttofare in missione.


Dal nordest al Burundi: due dentiste e un tuttofare prestano servizio di volontariato con l’associazione Smile Mission; così potremmo riassumere in poche parole la breve ma intensa esperienza vissuta dal 14 al 31 agosto scorsi, ben sapendo di omettere tutto il bagaglio di emozioni che ci siamo portati a casa.

L’idea è nata quasi per scherzo nei corridoi della clinica universitaria di Padova, dove io e Marta ci siamo conosciute. Dalle parole ai fatti il passo è stato breve ed il progetto si è fatto più concreto con l’aggiunta di Riccardo, il fidanzato di Marta.

Per loro era la prima esperienza di questo genere mentre io avevo alle spalle già qualche missione in Madagascar, Tanzania e Brasile; ci sentivamo comunque tutti emozionati e impazienti di partire, curiosi di conoscere un mondo di cui sapevamo molto poco.

Dopo una breve parentesi di 3 giorni in Kenya, le nostre ferie, siamo atterrati finalmente al piccolo aeroporto di Bujumbura dove, sbrigate le noiose pratiche burocratiche per l’ingresso nel paese, ci attendevano suor Antonella e suor Alejandra che con i loro sorrisi ci hanno subito fatti sentire in famiglia.

Dopo circa tre ore di viaggio d’auto, percorrendo l’unica e a dir poco dissestata strada che conduce a Gitega, siamo arrivate a Bwoga dove si trova la bellissima struttura della Congregazione Serve Di Maria Addolorata di Chioggia.

Lì abbiamo conosciuto le altre consorelle e tra una parola di francese, una di spagnolo e molte in italiano è stato amore a prima vista. Ad ogni pranzo e cena siamo stati coccolati e deliziati come ospiti di un hotel, grazie anche alle ottime pietanze preparate con prodotti locali ma rielaborate secondo le varie tradizioni tipiche del luogo di origine delle sorelle.

I primi giorni ci sono serviti per prendere confidenza con il nostro insolito luogo di lavoro e per conoscere le persone che lavoravano alla clinica nei vari ambulatori, molto puliti e ben forniti. Abbiamo lavorato con Francis, uno studente di odontoiatria che la SMOM (Solidarietà Medico-Odontoiatrica nel Mondo) sta formando, il quale ci ha affiancato durante la nostra permanenza nella missione acquisendo così ulteriore esperienza. Preziosissimo è stato il contributo di Enrique, un tecnico di laboratorio col sorriso perennemente stampato in volto, che si è improvvisato assistente alla poltrona e, cosa fondamentale, interprete quando la lingua locale dei pazienti diventava incomprensibile.

Trascorsi i primi giorni di “rodaggio” ognuno di noi è riuscito a trovare il proprio ruolo all’interno della missione, anche Riccardo, il quale risolveva i piccoli problemi tecnici al dispensario o dava una mano nei lavori di manutenzione alla struttura.

Tutto era gestito in maniera formidabile dall’instancabile suor Antonella, che oltre a dover affrontare i vari inconvenienti come la mancanza d’acqua e di elettricità dovuta al guasto imprevisto del generatore, a coordinare la missione e ad occuparsi della spesa ci dava una mano con la sterilizzazione degli strumenti e la gestione dei pazienti in ambulatorio.

Le due poltrone odontoiatriche che avevamo a disposizione ci hanno permesso di lavorare contemporaneamente riuscendo a visitare così più di 120 pazienti tra adulti e bambini nei giorni di permanenza alla missione. Abbiamo affrontato diversi interventi chirurgici estraendo molti denti ormai compromessi ed eseguito anche diverse otturazioni e qualche terapia canalare cercando di dare sempre priorità ai casi più urgenti.

Vedere tante bocche in pessime condizioni ci ha convinte ancora una volta di quanto la prevenzione sia fondamentale. Per questo un pomeriggio abbiamo pensato di coinvolgere i bambini dei villaggi limitrofi radunandoli nello spazioso cortile della missione e di distribuire decine e decine di spazzolini e dentifrici con la speranza di insegnar loro delle corrette abitudini di igiene orale. E’ stato un momento davvero arricchente ed emozionante che necessariamente va oltre l’aspetto professionale: essere circondati da tutti quei bambini vestiti per lo più con stracci ma sempre sorridenti ci ha toccate nel profondo facendoci provare emozioni contrastanti ma che sicuramente ricorderemo a lungo.

Molto prezioso è stato il contributo dei Lions di Sesto al Reghena, grazie ai quali siamo riusciti a riempire una valigia con 30 kg di materiale odontoiatrico del valore di circa mille euro che è stato essenziale per svolgere al meglio il nostro lavoro.

 

 

Una notte l’infermiere che era di turno è venuto a bussare alla nostra finestra, eravamo a letto e ci siamo anche un po’ spaventate ma ci stava chiamando perché una donna aveva le doglie. Giusto il tempo di infilarci qualche vestito e correre in ambulatorio, dove siamo state testimoni di una delle cose più emozionanti e stupefacenti mai viste, la vita che si manifestava in tutta la sua magnificenza in uno dei luoghi più poveri al mondo dove il tasso di mortalità per le partorienti è ancora molto elevato. I numerosi orfanotrofi presenti nel paese ne sono la prova e noi siamo andate a visitarne uno che ospitava circa 100 bambini in età prescolare. Marta avrebbe voluto portarli tutti a casa con se ed effettivamente non potevo darle torto tanta era la tenerezza che suscitavano i loro occhi e i loro sorrisi. La cosa che ci ha colpito maggiormente era la loro silenziosa richiesta di carezze, di un contatto con noi. Anche qui abbiamo cercato di dare il nostro piccolo contributo istruendo i bambini sull’utilizzo di spazzolino e dentifricio. Ci abbiamo lasciato il cuore.

Questa esperienza è servita a darci un’idea chiara di cosa sia l’essenziale, di cosa sia realmente importante. Abbiamo passato giorni senza lavarci perché l’acqua era terminata; all’inizio la cosa ci pesava ma con il passare del tempo abbiamo capito che certe comodità a cui siamo abituati non sono così fondamentali.  Siamo consapevoli di aver aggiunto solo qualche piccola goccia in un oceano e che il segreto sta nell’aiutare queste popolazioni ad essere indipendenti. Nel nostro piccolo ci auguriamo di essere d’esempio per chiunque voglia mettersi in gioco e dedicare parte del proprio tempo a chi è meno fortunato.

Siamo sicuri che tornerà arricchito da un bagaglio di esperienze difficili da dimenticare, che un turista difficilmente potrà provare.

Elisa Marta e Riccardo