Da Piabetà

Agosto 2010 – di Emanuela Gressani:

Sono arrivata all’aeroporto di Rio de Janeiro di sera ed ho trovato al mio arrivo il sorriso accogliente di suor Ernestina, italiana, che mi ha fatto sentire subito bene. Suor Ernestina è una  donna eccezionale,dolce e affettuosa che ha dedicato la sua vita alla cura dei più deboli,vivendo la sua missione in prima linea,per esempio nei 9 anni passati  nell’inferno di Timor est.

Siamo arrivate alla casa delle madri canossiane poco dopo, una bella casa nel centro cittadino di Piabetà, dove mi hanno accolto le altre tre suore che vivono insieme a lei,brasiliane di varia provenienza. La mia sistemazione era confortevole ,mi hanno messo a disposizione una cameretta con bagno ed avevo la possibilità di usare una comoda e spaziosa cucina messa a totale disposizione dei volontari.

Nel periodo di agosto, le madri organizzano un programma di intrattenimento e gioco(tipo oratorio) per tutti i bambini che vogliono partecipare e che vengono accolti sia all’interno della casa (al piano inferiore c’è la mensa,sala giochi, sala computer) che in un’altra area coperta e con un bel giardino sita dall’altra parte della strada.

Proprio per sostenere questo progetto che si chiama “agosto feliz” ,erano arrivate un bel gruppo di volontarie dall’Italia ,tutte giovani studentesse ,due mamme ed una madre canossiana che si occupavano delle attività con i bambini divisi in 2 turni,uno al mattino ed uno al pomeriggio. A dirigere le loro attività c’erano due volontarie italiane ,Michela e Romina,operanti a Piabetà da molto tempo, molto brave,instancabili.

Oltre a me,per il settore odontoiatrico , c’era un odontotecnico italiano Eros Magi anche lui ospitato all’interno della casa. Per quanto riguarda il settore di mia competenza ho potuto lavorare in modo soddisfacente,anche perché sia il riunito che le attrezzature ed i materiali nell’insieme erano di buon livello,considerando la realtà del luogo.

L’unità operativa è abbastanza nuova,c’è il radiografico ,l’autoclave,le buste per sigillare,strumentario per la conservativa, l’endodonzia  e la chirurgia di base. I trattamenti più frequentemente effettuati sono stati :

  • otturazioni in materiale composito
  • otturazioni in amalgama
  • trattamenti canalari
  • ricostruzioni post endodontiche con perni tipo dentatus
  • estrazioni
  • ricostruzioni con corone in resina
  • ablazione tartaro

I miei pazienti erano di tutte le età, ma per la maggioranza  giovani e naturalmente molti bambini anche tra  quelli che venivano per  l “agosto feliz”. In particolare c’è da dire che la situazione orale dei giovani e giovanissimi pazienti è molto scadente un po’ per mancanza di attenzione da parte delle famiglie, un po’ a causa dell’alimentazione particolarmente ricca di zucchero (i dolci costano poco),per cui spesso già  nei giovani si può vedere assenza dei primi molari permanenti perché estratti in seguito a carie (in Brasile costa meno estrarre,quindi le madri stesse  chiedono di togliere ai figli il dente che fa male).

Nei pazienti adulti,grazie all’ottima collaborazione con il tecnico  Eros Magi(bravissimo!) ,siamo riusciti ad effettuare anche trattamenti protesici con placche rimovibili e protesi totali,dopo trattamenti conservativi o di bonifica.

L’orario di ambulatorio è dalle 8.30 alle 12  e dalle 14 alle 18 ed i pazienti prendono appuntamento dalla madre Eugenia che è la responsabile degli ambulatori,si occupa dei materiali (tutto quello che serve si può comprare a Rio) della manutenzione delle apparecchiature (se serve  si può chiamare un tecnico per il riunito),conosce tutte le persone che arrivano ,fa da traduttrice se serve…..insomma insostituibile e molto decisa quando ci vuole, ma anche tanto tanto dolce.

Sia per il tempo da impiegare che per il tipo di trattamento da effettuare  mi sono trovata a decidere sempre in autonomia,certo cercando di adeguarmi alle abitudini della casa e dell’ambulatorio, ma comunque sempre i base a quello che pensavo fosse meglio o mi sentivo di fare.

Il resto della giornata viene scandito dal pranzo (se ci sono altri volontari si può mangiare insieme,altrimenti con le madri oppure si può uscire) e dalla cena  (stessa cosa ).Volendo si può fare un giro per il paese,dove ci sono negozi,supermercati,banche e tutto quello che può servire,oppure avendo più tempo(il sabato e la domenica non si lavora) si può facilmente arrivare Rio,che è semplicemente una delle più belle città del mondo!!

Per quanto riguarda  Piabetà e tutta la zona circostante (chiamata baixata fluminense)  è un’area piuttosto povera, molto popolata e con molti problemi ,anche  a causa del traffico di droga che dalle favelas di Rio è arrivato fino a qui. Noi volontari non abbiamo avuto mai problemi di nessun tipo,anche perché tutti sanno cosa andiamo a fare e ci rispettano per l’impegno che mostriamo.

Personalmente non mi sono mai sentita in pericolo o in difficoltà,conoscevo già il Brasile (quello turistico però),la lingua e le abitudini e quindi non ho avuto mai nessun problema,ma penso che anche chi non ha mai lavorato in un ambiente come questo ,in un posto così lontano dall’Italia e abbia  voglia di impegnare un po’ del suo tempo lavorando in questa missione possa farlo tranquillamente e con grande soddisfazione.

Le madri canossiane mi hanno fatto sentire come a casa,sono donne speciali… …attraverso il loro esempio si può vedere concretamente un diverso modo di vivere… Lavorando si può essere utili veramente tanto, la gente di Piabetà mi ha mostrato tutta la sua riconoscenza e l’affetto e quando sono andata via  la commozione era nei loro occhi e nei miei.

Vorrei dire a tutti i colleghi che tutti noi possiamo fare un ‘esperienza come questa,in fondo si tratta di rinunciare a poco,ed in cambio si riceve tanto. Ognuno può farlo con la sua capacità lavorativa,avendo viaggiato poco o tanto.

La mia esperienza è stata molto interessante,rimane solo un po’ di amarezza perché si vorrebbe fare di più,curare più persone,avere più tempo,proprio perché si capisce che in questi posti c’è molto da fare. E farlo magari con un sorriso. Perché molti pazienti si sedevano terrorizzati, ma una parola gentile ed un sorriso li ha fatti sentire ,forse, un po’ meglio.