Volontariato odontoiatrico e odontotecnico Cooperazione Odontoiatrica Internazionale Per una storia Saharawi: Una scelta di libertà Parte seconda: l'islamizzazione del Maghreb |
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L'islamizzazione del Maghreb (VII sec. d.c. - XI
sec. d.c.) Prima della fine del VII sec. i musulmani sono penetrati nel Maghreb e nel 711
attraversano lo stretto di Gibilterra con un esercito di berberi convertiti,
insediandosi nel sud della Spagna.
Una via carovaniera aperta intorno al 700 d.c. si snodava attraverso 142 tappe, contrassegnate da altrettanti simboli rupestri di carri, dal colle di Zenega sino a Goundam nell'attuale Mali vicino a Timbuctoo, passando per Tauz, Fum el Hassan, Zemmur (Sahara Occ.), Adrar (Mauritania), Tagant, Tichit (Mauritania), Oualata (Mauritania). Un'altra importante via era quella che andava da Sijilmassa nel sud del Marocco sino al Ghana. I mercanti nomadi volevano spezie, schiavi, avorio e l'oro delle valli fluviali del Senegal e del corso superiore del Niger. In cambio portavano bestiame, cavalli, rame, ferro, cauri ed a poco a poco anche l'Islam. Le popolazioni nomadi divennero il tramite
tra la grande area berbera, che comprendeva la Libia ed il Maghreb attuali,
prima e dopo l'islamizzazione, e l'Africa sub-sahariana: due zone di popolazioni
sedentarie unite da una grande rete di tribù nomadi.
I Sanhaja si videro così costretti dagli Zenata a nord e dai Soninke a sud a ripiegare verso Atar, sulle montagne mauritane dell'Adrar.
Mentre l'Africa mediterranea accolse subito la nuova fede, le popolazioni nomadi dell'interno del deserto si dimostrarono refrattari ad ogni tentativo di islamizzazione durante i primi quattro secoli di contatto, mantenendo le originarie credenze animiste.
Solamente quando il predicatore fu uno di loro accettarono la nuova religione. Secondo la tradizione fu Yahya Ibn Ibrahim, uno cheikh Sanhaja, che, rientrato da un pellegrinaggio alla Mecca e vergognatosi dell'ignoranza della sua gente, chiese al marabutto Abdallah Ibn Yacin di seguirlo a sud ed aiutarlo a diffondere l'Islam presso i Berberi del deserto. Ibn Khaldun, lo storico del XIV sec., riporta come, nel 1030, Ibn Yacin e due cheikh Lemtouna 'si ritirarono dal mondo andando in una collina circondata dall'acqua ….e, scegliendo ciascuno il proprio luogo, si dedicarono ad una vita di preghiera'. Inizialmente si
individuò il luogo nell'isola di Tidra, 150 km. a sud di Capo Blanco
(Mauritania), ma tuttora non è stato trovato accordo sull'esatta
ubicazione. Attirarono l'attenzione delle tribù nomadi vicine e conquistarono alla nuova fede numerosi discepoli (telamid) appartenenti soprattutto alle tribù Lemtouna che vi si recarono per meditare ed imparare i precetti dell'Islam sunnita di rito malekita e le tecniche di conversione. Quando nel 1041-42 uscirono dal ribat erano un esercito, dedito alla propaganda della vera fede e pronto alla jihad (guerra santa) contro chiunque rifiutasse di seguirli nella loro lotta contro l'animismo, la superstizione e l'eresia.
In breve numerose tribù Sanhaja aderirono: Gadala, Lemtouna e Massoufa si unirono sotto il comando dello cheikh Lemtouna, Yahya Ibn Omar.
Nel 1054 Yahya Ibn Omar conquistò Aoudaghost prendendosi la rivincita sul regno Soninke del Ghana; nello stesso periodo Abdallah Ibn Yacin prese Sijilmassa togliendola agli Zenata.
Con queste due vittorie i Sanhaja ripresero il controllo delle rotte carovaniere trans-sahariane a discapito dei loro storici rivali. Gli Almoravidi proseguirono nel loro cammino verso nord, conquistando il Marocco (nel 1062 fondano la capitale Marrakech), l'Algeria occidentale e riunificando la Spagna musulmana contro la reconquista cattolica guidata da Alfonso VI, che aveva messo in crisi il califfato umayyade.
Le tribù Sanhaja rimaste nel deserto attraversano un periodo di lotte interne per la supremazia e di ribellione nei confronti degli Almoravidi, stabilitisi nel nord del Maghreb. Il potere degli Almoravidi dura solamente un secolo, ma
porta all'islamizzazione di tutta l'Africa occidentale evitando il frazionamento
in riti diversi.
Le tribù Sanhaya ripiegano nelle regioni che vanno
dalla Saguia el Hamra al Senegal (gli attuali Sahara Occidentale e
Mauritania).
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